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martedì 26 novembre 2013

Un Dio celtico degli antichi Liguri

FINALE LIGURE, Verzi .
La valle è assai ricca di tracce umane, preistoriche, protostoriche e romane: il suo stesso nome deriva da cinque ponti della via Julia Augusta del II secolo.
Particolarmente rara e curiosa è la scultura rupestre, alta circa quasi due metri, posta proprio in prossimita' di un bivio, a sinistra di una ripida mulattiera. La scultura raffigura chiaramente una testa umana elevata sul collo, con lo sguardo rivolto verso il cielo in direzione Nord.
A detta di molti studiosi, si tratterebbe della rara e interessante immagine simbolica di una divinita' celtica databile al 3000 / 2000 a.C. I celti prima e i Liguri poi ( anche questi di stirpe celtica ) che si stanziarono nelle valli alpine ed appenniniche, veneravano infatti un dio di pietra che chiamavano Penn o Pennin.
Citato anche da Tito Livio ( XXI, 38 ), veniva adorato sulle vette piu' alte in forma di uno scheggione di roccia piu' o meno lavorato o, talvolta, di un semplice ammassamento di pietre.
Il vocabolo Penn significa letteralmente cima, sommita' o vertice, cosi come Alp vuole dire alto, spiccato.
I Romani ne latinizzarono il nome in Penninus, e Catone ne parlo' addirittura come una divinita' femminile: Pennina Dea. Ancora oggi i nomi di molte montagne contengono la radice celtica da cui derivano, basti citare le Alpi Pennine, agli Appennini stessi, ai monti Pennino, Penice ecc.. E' persino possibile rinvenirvi  alcune originarie raffigurazioni dell'antico dio.
A chi "sente" il richiamo del passato, trovarglisi di fronte provoca una strana sensazione, con quello sguardo perennemente puntato verso nord, come per indicarci silenziosamente qualcosa, forse un messaggio rivolto proprio a noi dai suoi antichi artefici.
Il ricordo di questo antico dio è quasi del tutto ignorato dalla storia e dalla mitologia per diversi motivi. I Romani sostituirono il culto originale e ritenuto pagano con quello di Giove, detto Pennino. Con il Cristianesimo, specialmente tra il VI e il IX secolo, Carlo Magno ed altri sovrani ordinarono agli abitanti delle campagne, minacciando pene gravissime compresa la pena capitale, di abbattere i simulacri di pietra o comunque pietre erette oggetto di culto. I pochi monumenti giunti fino a noi si salvarono per cause fortuite o perche' vi venne incisa sopra una croce.


Il dio Penn - particolare

Un paio di curiosita' non mancano :

- Alla base della singolare scultura, si notano dei segni incisi, forse ritualmente; si dice che vengano anche ritrovati dei segni di offerta, il che vorrebbe dire che qualcuno nutre ancora una forma di 'venerazione' per questa divinità...
- La divinità di Penn o Penninus non sembra comunque essere appannaggio della sola Italia settentrionale, come si legge in queste righe:
"Questo dio Pennino, ci fa sovvenire del famoso Tempio, consacrato a Giove Appennino presso Gubbio, nel bel mezzo di quella lunga catena di montagne onde Italia dall'un capo all'altro è divisa. Su che sono da riferire tanto i versi di Claudiano(Claudian, de Sexto Consul, Honor)che indicano il luogo del Tempio, quanto un'iscrizione trovata presso lo stesso luogo, nella quale vedesi attribuito a Giove l'epiteto di Apenino
IOVI
APENINO
T.VIVIS
COMO
GENES
SVLPICIA. EVFRO
SINE.CONIV
V.S.D.D.
Di queste remote origini rimangono poche testimonianze isolate e qualche radice toponomastica oltre che il fascino inestinguibile delle cose perdute ..

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