Nazca

Nazca
Nazca Lines Flights

giovedì 31 ottobre 2013

Il Disco della genetica ?

Oopart : disco in pietra che rappresenta i segreti della vita ?

Il disco pesa 2 kg e misura 22 cm. di diametro, ritrovato in Colombia ora è esposto a Vienna al Museo di scienze naturali della citta'. Molti misteri ancora al riguardo. Il materiale di cui sembra essere composto è una pietra nera, la Lidite. Sulla datazione cè ancora qualche discordanza essendo materiale pietroso, ma al riguardo non sembrano esserci molti dubbi, risalirebbe a 6000 anni fa circa.


Il disco esposto a Vienna

La particolarita' dell' oggetto "fuori posto " sono le incisioni che rappresenterebbero su entrambe le facce, informazioni di carattere genetico. Lo scopritore del manufatto Jaime Gutierrez-Lega, sosterrebbe che vi siano rappresentate le fasi evolutive  tra una rana e l'uomo, cosa che lascia alquanto basiti i ricercatori , e anche me sinceramente. Altri dettagli che si possono notare sono la visibile presenza di organi genitali, spermatozoi, ovuli  e perfino la fecondazione dell’ovulo che si trasforma in embrione fino ad arrivare alla formazione del feto. Ma non finisce qua, infatti un altro mistero che avvolge la pietra è il metodo di lavorazione:  gli esperti escludono l’ipotesi di lavorazione manuale poichè per realizzarlo si sarebbero
impiegati circa 30 anni. E infine gli specialisti escludono esplicitamente che si tratti di un
falso prodotto in epoca moderna.

                                        Le due facce del disco






Il reperto risulta essere davvero interessante, carico di quei sani enigmi che ci riportano al solito dilemma : siamo davvero soli ? Oppure sono esistite civilta' molto evolute prima della nostra?


Gli antichi alieni della Valcamonica

Messaggi da una civilta' scomparsa? Da dei o alieni?

Personalmente sono piuttosto scettico sull'argomento, ma per dovere di cronaca non tralasciamo nulla. Gli esperti la chiamano Paleoufologia ed i casi di ritrovamenti di arte rupestre con protagonisti "antichi astronauti" non solo si moltiplicano ogni anno, ma si assomigliano in modo imbarazzante tra di loro, ovunque essi avvengano in ogni angolo della terra.
Oltre che nel piu' noto Parco di Capo di Ponte, moltissime altre incisioni dei Camuni, antico popolo residente nell'omonima valle, si trovano nell'adiacente Riserva di Ceto, tutelata dall' Unesco. Vediamo gli aspetti curiosi : in alcune figure umane che impugnano oggetti triangolari, la testa sembra racchiusa in una sorta di "casco" trasparente dal quale partono raggi o comunque appendici. Famosi sono quelli della roccia n.24.


Incisione rupestre camuna - figure umane con caschi

E' indubbio che nessuno puo' affermare di conoscere con certezza ogni aspetto delle culture antiche, ma non ce' niente da fare, molte incisioni presentano aspetti misteriosi.
Ardite sono le interpretazioni di studiosi che vedono ipotesi di contatto avvenuti in remoti passati fra uomini ed esseri alieni, intesi come "antichi astronauti" . Eventuali interpretazioni restano ovviamente < ipotesi di lavoro in corso >.
Le analogie riscontrabili in numerosi siti sparsi nel mondo non si contano quasi, tuttavia i piu' significativi esempi che assomigliano in modo impressionante ai disegni trovati sulle nostre Alpi li ritroviamo in Uzbekistan, in Peru' nella piana di Nazca e in Giappone. Essi propongono normali esseri umani i compagnia di grandi figure umanodi dal capo raggiato o dotate di casco che parte dalle spalle e presenta analoghe appendici.


Incisione rupestre che ricorda quelle camune - deserto algerino

Sempre in Lombardia ma a Montegrino Valtravaglia in provincia di Varese, troviamo una bellissima scena di "contatto con alieno", enorme e raggiato, in una postura che ricorda assai da vicino gli "spaziali" camuni.


mercoledì 30 ottobre 2013

A Bari c'erano i dinosauri

Agosto 2013.
Straordinaria scoperta in una cava dismessa effettuata da Marco Petruzzelli, paleontologo specializzato in ICNOLOGIA, branca della paleontologia che studia le impronte fossili animali. Tracce di 100 milioni di anni fa!
Il ritrovamento coinvolge le campagne oggi comprese nel parco naturale regionale di Lama Balice, a 1 Km dall'aeroporto e a ridosso del quartiere San Paolo della citta'.
Il paleontologo ha commentato cosi l'evento: " Sono rimasto senza parole, sotto i miei piedi al centro della cava c'erano i resti di una spianata di marea fossilizzata del periodo Cretaceo. Nel mezzo centinaia e centinaia di impronte ; diverse sono organizzate in piste che ricalcano proprio una serie di camminate di dinosauri sia di specie erbivore che carnivore ".


Fonte Antikitera.net - impronta 

In Puglia sono fino ad oggi ben in 28 siti e 14 citta' i ritrovamenti di orme di dinosauri, e per la prima volta a Bari. Alcune impronte sono state ritrovate in una serie di blocchi calcarei impiegati come frangiflutti sia a Marisabella che nei porticcioli di Torre a Mare e Santo Spirito. Purtroppo ad oggi, nessun sito è stato musealizzato.
Questa scoperta ci permette di immaginare, milioni di anni fa, una Puglia unita all' Africa, le orme stesse di dinosauri ci suggeriscono una connessione col continente africano.
Fonte Repubblica e Antikitera.net

martedì 29 ottobre 2013

Scrittura Carolina

Nel medioevo c'era distinzione tra il saper leggere e scrivere. Per noi oggi è scontato saper fare sia l'uno che l'altro, ma difficilmente chi sapeva leggere era anche in grado di saper apporre la sua stessa firma su di un documento.
Carlo Magno era uno di questi. Ha impiegato una vita ad esercitarsi nella scrittura ma con scarsi risultati. Firmava con un semplice monogramma, tra l'altro forse il piu falsificato della storia, nonostante per questo c'era direttamente la pena di morte. Era un Franco, ed era stato cresciuto sopratutto nel " mestiere delle armi " , proviamo ad immaginarcelo abituato  ad impugnare una pesante spada, e la notte a provare e riprovare a scrivere con una penna d'oca.


Monogramma di Carlo Magno


La firma dell' Imperatore, con le lettere K R L S. La A di Karl si trova al centro della croce, mentre un segretario aggiungeva le parole a destra e a sinistra : Signum Caroli gloriosissimi regis, che letteralmente significa Il simbolo del gloriosissimo re Carlo .

Carlo Magno diede inizio ad una campagna di rinascita delle arti e delle scienze. Per questo fu chiamata scrittura carolina. In uso dalla fine dell' VIII secolo al XII, si sviluppo' in maniera quasi uniforme nell' Europa latina ( esclusa Italia meridionale e Dalmazia ) e diede vita ad un'unita' grafica europea. Sorta in Francia sulle
 fondamenta dell'antica minuscola romana, fu scrittura piccola, elegante, rotondeggiante e di facile lettura.
Nei secoli X e II approdo' anche sulle isole britanniche e in Spagna, mentre nel XII secolo comincio' a prendere forme diverse da regione a regione.


Esempio di scrittura carolina - secolo XIII Lucca


In seguito grazie ad alcune scuole scrittorie, l'adozione di uno stile duro e marcatamente spigoloso portera' alla formazione della scrittura gotica.
Fonte: Treccani

lunedì 28 ottobre 2013

Gli elmi con le corna dei Vichinghi non sono mai esistiti

Attribuiti a molti popoli nordici, Vichinghi, Celti, Germani, Traci e forse Galli, in realta' non sono mai esistiti. Almeno come siamo abituati ad immaginarceli grazie a films, racconti, fumetti e altro. Non venivano portati assolutamente in battaglia ma al massimo venivano indossati durante cerimonie rituali e feste, poiche' considerati poco pratici ed ingombranti.
Dove nasce dunque l'equivoco? Nel '600 numerosi pittori dipinsero guerrieri nordici con elmi cornuti da battaglia. In seguito, senza verificarne nessuna autenticita' storica, artisti del Romanticismo ne ripresero la caratteristica errata.
Io stesso, che ho avuto la possibilita' di porre questa domanda ad un grande storico medievalista, il Prof. Alessandro Barbero, ho avuto questa risposta :

  • In realtà c'è qualche statuetta molto, ma molto più antica (età del bronzo) e qualche ritrovamento di epoca celtica pre-romana che mostra elmi con una specie di "corna" laterali (ma bisogna fare attenzione perchè c'è il rischio di interpretare in questo senso qualcosa che magari era molto diverso). L'idea è piaciuta moltissimo in epoca romantica e si sono attribuiti senz'altro questi elmi sia ai barbari dell'epoca delle invasioni, sia ai vichinghi...




    Riproduzione di unico esemplare di elmo conservato ad Oslo


    Per finire, lo stereotipo dell'elmo vichingo con le corna fu suggellato dall'opera di Wagner, L'anello del Nibelungo, dove le valchirie indossavano elmi con corna di vacca incollate .. Il resto lo dobbiamo anche ai mitici fumetti di Asterix e Obelix.
    In realta' è un mistero il perche' della scarsita' di ritrovamenti di elmi vichinghi . Una spiegazione è senza ombra di dubbio la possibilita' che essi fossero realizzati in cuoio ( deperibile ) e solo in parte irrobustiti da materiale metallico. Un'altra spiegazione è che i pochi esemplari interamente in metallo venissero passati di generazione in generazione, fino alla completa usura e resi dunque inservibili. In seguito, venivano sicuramente riciclati per forgiare altre armi, quali scuri, spade o altri elmi.

    IL VERO ELMO VICHINGO
    La societa' vichinga era sostanzialmente povera, erano predoni e assai lontani dal lusso e dal fasto di altre civilta' a loro contemporanee. L'elmo in dotazione per le battaglie era realizzato in ferro, e la calotta era rinforzata da una protuberanza che scendeva a proteggere il naso, chiamata appunto "nasale". Solo un capo tribu' o il capo-guerriero doveva avere splendidi intarsi in bronzo e oro, forse anche in onore del dio Odino, colui che porta l'elmo.
    Nell' XI secolo in Europa derivo' l'elmo a nasale, piu comunemente appellato come l'elmo dei Normanni.
    Fonte : Focus

domenica 27 ottobre 2013

Il mistero di Castel del Monte

Castel del Monte è un edificio "militare" del XIII secolo fatto erigere da Federico II Hohestaufen di Puglia, nipote del celeberimmo Federico Barbarossa. A 540 metri s.l.m. si eleva sulla collina di Santa Maria del Monte a 18 km dalla citta' di Andria.
La nascita del maniero viene datata con precisione al 29 gennaio 1240, origine incerta dell'architetto commisionato per i lavori e quasi certamente, sorge sulle rovine di un antico borghetto militare longobardo prima e normanno in seguito, accanto alla chiesa di Sancta Maria de Monte ( oggi scomparsa ).
Con molta probabilita' alla morte dell' imperatore nel 1250, il castello non era ancora terminato. Dal XVII in poi l'edificio ha subito una spogliazione di elementi d'arredo e in seguito un lungo periodo di degrado ed abbandono.
Nel 1936 fu dichiarato Monumento Nazionale e Patrimonio dell'Umanita dal 1996. Una piccola curiosita' : lo troviamo rappresentato sulle monetine da 1 Cent di conio italiano.
Il portale ci accoglie sull'imponente struttura ottagonale,
posto ad est, punto ove sorge il sole agli equinozi di
primavera ed autunno. All'interno del cortile, si suppone
che doveva trovarsi una vasca marmorea anche' essa
ottogonale, che doveva rappresentare il Santo Graal,
una leggenda infatti narra che sarebbe stato custodito
parecchio tempo all' interno dell'edificio.
Se si osservano le altissime pareti all'interno del cortile,
sembra di trovarsi in un pozzo, nel medioevo quest'ultimo rappresentava la sapienza.


Vista frontale


Ad oggi viene comunemente definito castello, ma la sua funzione è ancora un mistero insoluto. E' privo di elementi architettonici militari, le sue feritorie sono troppo piccole per potervi accedere con armi ed è totalemente inesistente un fossato. E' anche posto tutto sommato in una posizione non strategica. Anche ipotizzando che potesse essere una dimora del sovrano per la caccia, ( non dimentichiamo che Federico II ne era un fervente appassionato, oltre che aver scritto il De Arte Venandi Cum Avibus, celebre trattato sulla falconeria ) non erano presenti stalle o altri siti tipici per cacciatori. Inoltre le scale a chiocciola nelle torri sono disposte in senso antiorario, a differenza di tutte le altre costruzioni militari che le avevavo in senso opposto, e non è un elemento da poco se consideriamo che le guardie in caso di attacco avrebbero dovuto impugnare un arma con la mano sinistra. 


Vista dall'alto - l'ottagono si mostra in modo ossessivo


Rimane un' opera d'architettura strabiliante nel suo concentrare raffinate discipline matematiche, religiose ed astronomiche. L'ottagono la fa da padrone da ogni punto di vista, ed è l'intersecarsi del quadrato che rappresentava la terra ed il cerchio, simbolo del cielo, come a condurci ad un percorso spirituale comune. Federico aveva partecipato alla sesta crociata, ed e' forse qui che aveva notato la cupola della roccia di Gerusalemme, anch'essa ottogonale, o forse la cappella Palatina di Aquisgrana.
Visto da lontano il castello ha un'incredibile somiglianza con la corona che portava proprio l'Imperatore. Se tagliassimo con una linea immaginaria verticale il portale d'ingresso della struttura, un'enorme F comparirebbe come se il sovrano avesse voluto lasciare la sua firma, e sulle due colonne che lo fiancheggiano due leoni scrutano l'orizzonte a destra e a sinistra in cui il sole sorge durante i solstizi d'estate e d'inverno. Due volte l'anno l'8 aprile e l'8 ottobre,un raggio di sole attraversa una finestra nella parete sudorientale ed entrando in una finestra che da nel cortile interno illumina una porzione di muro dove un tempo sorgeva un bassorilievo ( cosa rappresentava ?? ).

A causa del simbolismo che avvolge questa massiccia struttura, si suppone concludendo che non doveva essere assolutamente una costruzione militare, ma bensi una sorta di Tempio del Sapere, un luogo dove isolarsi per dedicare corpo e mente alla meditazione, alle scienze.
Recentemente studi approfonditi ritengono che questo luogo doveva essere un centro benessere, atto alla cura del corpo ad imitazione del mondo arabo.

sabato 26 ottobre 2013

La cecita' di Longino


Su Cassio Longinus, anziano centurione romano a capo del picchetto di guardia al S.Sepolcro e della sua celebre lancia, è stato detto di tutto. Da quando ha trafitto il costato di Cristo a quando fu entrata in possesso di Hitler che da Vienna la nascose nel suo quartier generale a Norimberga pure .. La procedura romana comprendeva per i crocifissi che gli venissero spezzate gambe e braccia prima di seppellirli, e tutto cio' veniva commissionato al centurione di turno. Gia' in un primo momento Longino non se la sentii di effettuare simile pratica sul re dei Giudei per paura che fosse ancora vivo, e qua nasce il mistero..un centurione di vecchia data con sotto gli attributi che non esegue un ordine tanto "ordinario". Allora pensa più semplicemente di trapassare il costato del presunto cadavere con la sua pila in dotazione, e la storia narra che fu in quel preciso istante che davanti a numerosi testimoni, sangue misto ad acqua sprizzo' in parte sugli occhi del nostro che a quanto pare, forse per un'intera vita passata a combattere, forse per la sua eta' avanzata, se non altro per l'epoca, era quasi totalmente cieco. Improvvisamente la sua vista torno' normale e sia lui che i due commilitoni ai piedi della croce si convertirono promulgando la celebre frase: veramente costui era il figlio di Dio...Il problema che a questo punto fa impazzire gli storici, oltreppassando la Chiesa che possa averci messo lo zampino come sempre, non è tanto se il miracolo avvenne o meno, ma il perché un centurione romano ancora in servizio e a capo di un'unita' di base della legione in scorta fosse quasi completamente cieco! O Pilato stesso lo conosceva di persona e riteneva più che idoneo il ruolo che ricopriva, o Longino non solo si era guadagnato i gradi sul campo, ma sapeva anche fare meglio dei suoi colleghi di pari elevatura gerarchica su territorio ostile. Non resta che consolarsi con una leggenda di epoca medievale, ed è forse proprio qua che la chiesa da la sua zampata, la quale narra che la vista del sangue di Cristo, mentre era ai piedi della croce, gli aprì gli occhi alla fede cristiana. Eppure la ricerche continuano...


Longino - mosaico

venerdì 25 ottobre 2013

Otzi


Il 19 settembre 1991 i coniugi tedeschi Erika ed Helmut Simon di Norimberga ritrovano Otzi, mummia di un cacciatore alpino vecchio piu di 5000 anni, dell'eta' del bronzo per intenderci. Ritrovamento stupefacente per capire e studiare, grazie alla relativa qualita' di conservazione, un'antico italiano ed il suo territorio..Non tutti sanno pero'che i coniugi, forse non pienamente coscienti del valore storico del tesoro archeologico in loro possesso, sono stati "invitati" a sparire dalla circolazione, liquidati con 100 milioni delle vecchie lire dalle solite elite del sistema..


Otzi - ricostruzione