Secondo i Bulgari nove giorni dopo il funerale il vampiro tornava sulla terra in forma aerea non per procurare del male ai viventi, ma solo per fare loro qualche dispetto. Egli non sentiva il bisogno di nutrirsi di sangue umano, salvo nel caso in cui avesse del tutto esaurito le proprie riserve di sostentamento. Il quarantesimo giorno dopo il decesso, quando nelle tradizioni dell'Europa orientale l'anima doveva staccarsi completamente dal corpo, secondo le credenze bulgare il vampiro usciva con il proprio corpo dalla tomba. Si rendeva necessario, allora, bruciarlo e, dopo averlo inseguito con l'immagine di un santo, «imbottigliarlo» e gettare immediatamente la bottiglia sul fuoco. E' impossibile che il vampiro così imprigionato potesse essere una salma; evidentemente si trattava di uno spirito o di un fantasma con connotazioni vampiriche.
tratto da "Vampiri Europei e Vampiri dell'aria Sciamanica" di Carla Corradi Musi - Rubbettino Editore - 1995
Sempre nella sfera bulgara:
Krvopijac
Vampiro originario della Bulgaria. Il Krvopijac diventa tale per aver commesso atti sacrileghi; il caso più frequente è l'orgia praticata durante il periodo di Quaresima. Per inchiodare definitivamente il Krvopijac nella tomba, bisogna mettere nella sua bara un ramo spinoso di rose selvatiche...
IL RITROVAMENTO:
Il reperimento di due scheletri di 700 anni fa in Bulgaria, uno dei quali qui immortalato al Museo nazionale di Storia, afferma categoricamente che la paura dei vampiri precede di gran lunga il Dracula narrato da Bram Stoker.
I putativi "vampiri" sono stati trovati sepolti fra le rovine di una chiesa nella cittadina di Sozopol, sul Mar Nero. Gli scheletri presentavano segni di colpi al petto inflitti con una spranga di ferro (in alto a destra) reperita nella tomba accanto al corpo.
I denti dei cadaveri erano stati asportati. I ricercatori sostengono che i colpi con la sbarra e la rimozione della dentatura delineino chiaramente l'intento da parte degli abitanti del villaggio di evitare che i morti si tramutassero in vampiri.
Quella per i "non estinti" è una fissazione che attraversa l'Europa per secoli: "Sono stati portati alla luce scheletri in sepolture di migliaia di anni fa legati, seppelliti a testa in giù, decapitati... tutte pratiche per evitare che il corpo del defunto tornasse in vita per aggredire", spiega lo storico Mark Collins Jenkins nel suo libro Vampire Forensics.
Fonte: Nationalgeographic.it - vampiro di Sozopol |
LA CURIOSITA': Isola del Lazzaretto - Venezia
Un caso nostrano è quello di una donna veneziana, sepolta con tutti i suoi denti ancora presenti ma con un mattone in bocca ! Pratica tipicamente medioevale. Spesso chi moriva di peste emetteva un rivolo di sangue dalla bocca. Secondo la leggenda i "non morti", sepolti accanto ai cadaveri degli appestati, si nutrivano del sangue di questi ultimi. In seguito sarebbero riemersi dalle loro tombe e avrebbero contagiato i vivi superstiti. Gli addetti alle sepolture inserivano quindi pali o mattoni nelle bocche dei sospetti.
Fonte: Focus.it - la Veneziana |
Fonte: Nationalgeographic.it
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